Chi sono

Nel darti il benvenuto nel mio sito, vorrei raccontarti un po' chi sono, cosa faccio e perché lo faccio.

Mi chiamo Massimo Gentili e sono un lifestyle coach.

Mio figlio più piccolo si chiama Davide, e quando aveva quasi 4 anni, una notte, prima di andare a dormire mi disse: "papà, se io prendo le sfere del drago (aveva visto tutte le serie di dragon ball) come desiderio voglio che tu non muori mai".

Ovviamente questo desiderio non si potrà realizzare, però io ho il dovere di essere presente nella sua vita tutte le volte che vorrà e soprattutto di essergli da supporto e non da peso.

Per fare ciò devo lavorare sull'unica cosa importante: l'antifragilità.

La vecchiaia infatti non è un numero che cambia ad ogni compleanno, ma in realtà altro non è che un aumento di fragilità del nostro corpo.

Una persona con fibromialgia, ad esempio, può essere considerata vecchia anche a 35 anni, ed una contadina, con il viso scavato dalle rughe e dalla vita, può essere giovane anche a 80 anni.


Nel mio lavoro, adottando un approccio collaborativo con i miei clienti, cerco di trovare il giusto percorso che con piccoli o grandi cambiamenti nello stile di vita, gli consenta di trovare un equilibrio tra mente e corpo.

Per fare ciò utilizzo i farmaci e i mezzi più potenti ed evoluti che esistano: la nutrizione, la respirazione, il movimento, la luce solare e la natura.

I protocolli inventati dagli umani, cambiano in base alle esigenze del mercato, gli stimoli e i benefici che la natura dona al nostro corpo erano la medicina del passato, sono la medicina del presente e saranno la medicina del futuro.

Io in scienza, coscienza e buon senso cerco di guidare i miei clienti nella ricerca e nel raggiungimento della migliore versione di loro stessi.

I miei clienti spaziano dalle persone che soffrono di stanchezza, a quelle che vogliono migliorare per rendere più sereni i propri familiari, agli sportivi, a coloro che sono o credono di essere condannati da qualche patologia, e soprattutto dalle persone che hanno perso il controllo del loro corpo.

- Fine versione breve -

Versione lunga

Purtroppo non sono una persona stile "Walt Disney", che crede che un film non debba durare più di un'ora e mezza (il film più lungo che ha prodotto la Disney è zootropolis e dura 108 minuti) e non credo neanche che bisogna essere sintetici perché l'attenzione delle persone è limitata.

Credo di aver già accontentato molte persone con la versione breve.

Ora mi voglio rivolgere a chi non mi conosce e vuole capire meglio chi sono, perché prima di affidarmi a qualcuno, a me interessa capire chi è la persona che ho davanti.

Quindi in questa pagina ho deciso di spiegarti chi sono e perché faccio questo lavoro.

Ti chiedo scusa se la pagina è lunga, ma credo che un film debba durare il tempo che deve durare e non ha senso dargli un limite, così anche una presentazione.

Quindi ho deciso di inserire in questa pagina quello che mi sento di dire per farti comprendere chi sono.

Carriera accademica

Fin da bambino ho sempre avuto una grande passione e rispetto per la natura.

Questo è stato un piccolo faro, che ha provato a guidarmi nelle varie scelte che ho fatto.

Infatti ho frequentato l'istituto Agrario, che era l'unica scuola che mi permettesse di mantenere un minimo di contatto con la natura e poi a livello universitario ho scelto di frequentare biologia, perché alle superiori la materia che mi incuriosiva di più era scienze.

La biologia era molto incentrata nell'attività di laboratorio e sinceramente non la sentivo mia.

Arrivato al quarto anno, ci fu una rivoluzione a livello universitario.

Uscirono le lauree 3+2 (che suonano un po' come le offerte al supermercato).

Alla triennale di Perugia misero un corso incentrato sulla nutrizione.

Quando io ero bambino, non c'erano i computer e quando andavamo a scuola i nostri genitori acquistavano un'enciclopedia che ci serviva per fare le ricerche (inserisco l'immagine per i nostalgici). 

Così anch'io avevo la mia mastodontica enciclopedia della Fabbri, con la quale mi regalarono un libro sull'alimentazione.

Facevo le scuole medie all'epoca, ma lessi molto volentieri questo libro e sinceramente, ancora me lo ricordo.

Quindi appena ho saputo del nuovo corso di laurea, decisi di cambiare, buttare via molti esami fatti inutilmente e passare alla triennale in nutrizione.

All'epoca la nutrizione non andava di moda come adesso, e i biologi che oggi tanto la lodano, la vedevano come una cosa inutile. 

Addirittura la presidentessa del corso di laurea e tutti i docenti tranne una, mi sconsigliarono il passaggio. Io ormai avevo deciso, e contro ogni parere mi iscrissi.

Per farti comprendere un po' meglio la mia decisione, sappi che ero l'unico iscritto a quel corso di laurea. Infatti poco dopo lo tolsero.

Credo di essere una delle poche persone al mondo che può vantarsi di aver seguito le lezioni da solo in una università pubblica. 

All'epoca era tutto strano, ma col senno di poi mi è servito molto, perché ho conosciuto i professori nel loro ambito professionale, nei loro laboratori e soprattutto non mi hanno insegnato in maniera prettamente accademica, come si fa quando ci sono decine di studenti. 

In pratica, non ho appreso solo nozioni.

Tra i vari corsi, ci fu quello di biochimica della nutrizione tenuto dal professor Giuseppe Arienti. 

Lui era appassionato della materia, non a caso ha scritto un libro di riferimento sull'argomento, e con i suoi insegnamenti fece innamorare anche me.

Le Basi molecolari della nutrizione. Giuseppe Arienti

Ormai avevo deciso, nella mia vita avrei approfondito quei concetti.

Così appena finita la triennale cercai una specialistica dove si studiasse specificatamente la nutrizione umana.

All'epoca c'erano corsi a Perugia, Firenze e Roma.

Perugia la scartai perché ormai conoscevo i professori e non avrei imparato molte cose nuove.

Feci il test per Roma e Firenze.

Li superai entrambi, ma scelsi Roma per il semplice fatto che era più rinomata e il corso era ben collaudato.

E quando le cose ti piacciono, eccelli.

Infatti sostenni 25 esami in un anno e mezzo e mi laureai con 110.

La mia carriera accademica non si concluse con questa laurea.

Mi iscrissi a medicina e feci alcuni esami fino al terzo anno, poi lasciai perché non era un ambiente per me.

Presi anche il diploma in naturopatia (3 anni di corso), più per gioco e curiosità, che per necessità o volontà.

Vinsi anche una borsa di studio per il corso da micologo, e dopo 2 anni e un esame statale, sono diventato micologo, anche se non mi definisco micologo per rispetto a chi ama realmente la materia.

Feci anche un master in omeopatia, ma non mi presentai le ultime 2 lezioni perché non ero interessato a prendere l'attestato.

Ho frequentato un corso della Stanford University (è la seconda università al mondo) sull'alimentazione per i bambini.

Ho anche frequentato oltre 250 corsi inerenti la nutrizione, la medicina e il benessere.

Io mi definisco un ricercatore indipendente, e a parte questi corsi o titoli accademici ho effettuato più di 10.000 ore di studio e di ricerca indipendente (magari avessi avuto la pappa pronta) per trovare risposte alle mille domande che avevo in testa.

L'attività professionale

Nutrizionista

Il primo Febbraio 2008 inizia la mia attività come nutrizionista.

Fin dal primo giorno di lavoro ho imparato una bella lezione: sarei stato sempre solo.

Nel mondo lavorativo devi scendere sempre a compromessi e soprattutto nessuno ti aiuta se non ha un ritorno economico.

Credevo che il settore della salute fosse diverso rispetto agli altri, e invece anche qui non conta il benessere della persona, conta solo quanto lo si riesce a spremere.

Ricordatelo sempre quando il tuo medico o farmacista ti consiglierà "quella" nutrizionista, oppure l'esperto di turno ti consiglia quello specifico integratore (te lo dico anche senza conoscerlo: no, non è migliore di uno che costa meno della metà e se ha una caratteristica differenziante, serve solo a far gonfiare il prezzo).

Il picco di questa consapevolezza lo raggiunsi intorno al 2010 - 2011 quando collaborai con la Boehringer (un enorme colosso farmaceutico).

Dovevo effettuare delle consulenze nelle farmacie.  

Collaborai con 100 farmacie nel centro Italia, e senza fartela lunga, ti dico che già al terzo mese di lavoro, avevo la nausea nell'immaginare la giornata che mi si presentava davanti.

Tranne che in 3-4 piccole farmacie di alcuni paesini, per il resto il cliente era considerato esattamente come un cliente, non come una persona che avesse bisogno di aiuto.

Ti racconto un fatto emblematico per farti comprendere bene cosa sto dicendo.

Una mattina in una farmacia il titolare disse: "ragazzi, questi probiotici tra poco scadono, vediamo di venderli il prima possibile". Ti garantisco che a fine giornata non ne era rimasta nemmeno una scatola.

Tornando alla mia professione di nutrizionista, per mia fortuna, benché non fossi raccomandato da nessuno, piano piano la mia attività ha iniziato a prendere forma e darmi le prime soddisfazioni.

Avevo un sito: nutritionvalley.it, che ora non c'è più perché non mi rappresenta ciò che sono diventato.

Questo sito era nelle prime pagine di google per molti termini di ricerca, con alti volumi e soprattutto era nelle prime 3 posizioni per il temine nutrizionista.

Anche su facebook, il mio account personale è facebook.com/nutrizionista

Feci tutto da solo e la passione venne premiata.

La nutrizione era la mia vita, amavo quello che facevo, e piano piano conquistai tanti traguardi e devo dire che ero felice dei miei risultati.

Tra l'altro nel 2010 ero già uno dei nutrizionisti più raccomandati a Roma (lo puoi anche verificare facendo delle ricerche in quell'epoca).

Ero un'enciclopedia vivente, se avessi avuto un altro carattere, sarei stato un super guru.

Nonostante i miei difetti di comunicazione sul web, e il mio disprezzo per i social, al tempo ero seguito da tanta gente.

Pensa che all'epoca, credevo molto negli omega 3, nella vitamina D, nei probiotici, nelle varie forme di digiuno, ed in parte nelle diete chetogeniche.

Ora sembrano discorsi banali, ma a quei tempi credimi che se parlavi di queste cose (tranne che per gli omega 3), eri visto male ed eri considerato uno che non ci capiva niente.

Avrei mille storie da raccontare a riguardo, ma ti faccio un esempio per farti comprendere.

Alla mia ragazza consigliai nel 2007 di farsi prescrivere la vitamina D dal medico, perché aveva valori bassi (all'epoca non si analizzava la vitamina D ai sani) e soprattutto perché non prendeva mai il sole.

Il medico le disse: "ma il tuo ragazzo vuole diventare nutrizionista? Digli che farebbe meglio a ripensarci. Non si può prendere la vitamina D se non hai osteoporosi o patologie gravi". 

E credimi che questo medico era bravo, non era un incompetente, e soprattutto credimi che ho tante storie simili.

Poi è stato bello vedere l'evoluzione del parere degli esperti su questi temi.

Ovviamente gli esperti non hanno un parere (anche se credono di averlo), seguono anche loro le mode dettate dall'influencer di turno o dalle opinioni in voga in quel preciso momento storico.

Tutte le opinioni che ho avuto nella mia carriera, sono arrivate grazie a ricerche personali e non per influenze di pensiero esterne (per mia fortuna o sfortuna, sono difficilmente influenzabile).

Le esperienze che ti cambiano la vita

Sai, nella mia carriera universitaria, ho avuto un'esperienza molto significativa che mi ha letteralmente aperto gli occhi.

Dovevo sostenere l'esame di chimica organica al secondo anno.

Il libro era pessimo e pieno di errori e me ne rendevo conto anch'io.

Il professore mi bocciò perché dissi una cosa che era chiaramente scritta nel libro.

Fu la prima volta che venni bocciato ad un esame (la seconda volta fu dopo 10 anni).

Io ero incazzato con il professore, tornai a posto, presi il libro fotocopiato (non so ora, ma ai miei tempi quasi nessuno acquistava i libri nuovi), andai nella pagina incriminata (me la ricordavo), andai dal professore mentre stava facendo un altro esame e lo obbligai a leggere il libro.

Lui mi diede una risposta che mi cambiò la vita.

Mi disse: "il libro non è il vangelo, tu non ti devi fidare di quello che leggi o che ti dicono". 

Ovviamente la discussione non fini lì (lui aveva ragione, ma il libro di testo l'ha consigliato lui), però questa frase mi rimase impressa nella mente e piano piano ha guidato la mia vita.

In generale sono una persona che si ricorda abbastanza bene le cose, soprattutto quelle che mi interessano, quindi conoscevo perfettamente tutta la nutrizione che si studia all'università e il libro di nutrizione clinica era diventato il mio vangelo per trattare le patologie.

Per farla breve, ero ai massimi livelli di conoscenza nella mia materia.

Questa scienza che amavo, però, mi ha portato a fare un grande cambiamento.

La scienza ci dice che se faccio un esperimento, per far si che le mie conclusioni siano valide, questo esperimento deve poter essere replicato dovunque alle medesime condizioni. 

Quello che invece io notavo, era che molte persone con i miei consigli miglioravano veramente la loro vita, mentre una piccolissima parte non otteneva i risultati sperati. 

Eppure ricevevano da me i migliori consigli per quel problema specifico.

Spesso mi davo una spiegazione che si può racchiudere in una celebre frase del dott. House: "tutti mentono" - non a caso è anche il titolo non ufficiale del primo episodio pilota della serie -

La maggior parte delle volte non prendevo sul serio queste incongruenze, poi nel tempo e conoscendo meglio i pazienti mi accorgevo che alcuni erano sinceri ed erano realmente intenzionati a cambiare, ma con quei consigli non ottenevano il risultato sperato. 

Io sono una persona che ama leggere le statistiche, ma odia che le persone siano trattate come numeri, quindi dovevo trovare delle risposte. 

Così l'esame di chimica organica si è trasformato nell'esame più importante ed educativo di tutta la mia carriera accademica e lavorativa.

Misi in discussione tutto e ricominciai da zero. 

Presi gli studi e le ricerche dai primi del '900 ai giorni nostri.

Quando sapevo tutto ero un professionista stile BUTAC o OPEN, bollinavo ogni cosa che a livello accademico non era considerata scienza, affidandomi al mio metro di misura, frutto di un indottrinamento pluriennale.

Ora che invece avevo iniziato un viaggio verso la comprensione, tutto era da dimostrare e finalmente sapevo di non sapere. 

Anche ora non dico ai miei pazienti come risolvere il problema, consiglio semplicemente degli stimoli per far si che il corpo sia in grado di risolvere il problema da solo.

Da una parte sono estremamente felice del viaggio che ho intrapreso, perché mi ha portato ad un livello che mai avrei immaginato e che non è possibile raggiungere con nessun tipo di formazione.

Dall'altra però mi preferivo nella versione accademica, perché ti rende la vita molto più semplice, parli un linguaggio che comprendono quasi tutti e sei accettato facilmente dal sistema.

Se inizi a stonare con la narrazione dominante, sei emarginato. 

All'epoca anche alcune certezze avevano iniziato a vacillare.

So che può suonarti strano, ma anche il microbioma non era preso in considerazione dalla maggior parte degli esperti in salute, mentre per me era uno dei punti cardine.

Io a casa, oltre al reparto fermentati, avevo la mia personale collezione di probiotici che allevavo con tanta cura.

Te l'ha mai detto il tuo "esperto" in intestino e probiotici che questi ultimi al posto di acquistarli in capsule in farmacia si possono anche produrre in casa?

Per darti un'idea dell'epoca di cui sto parlando, facevo le foto alle mie creazioni con un Nokia N82 (allego una foto per i più nostalgici).

Un'estate, mentre ero in vacanza beccai una brutta tossinfezione alimentare e poi dopo un apparente miglioramento, ad Ottobre le cose a livello intestinale degenerarono.

Dal 2008 al 2011 ho ragionato costantemente sull'ecosistema intestino ed ho raggiunto delle consapevolezze molto differenti da quelle che vanno di moda in questi tempi (che sono simili a quelle che avevo io nei primi anni 2000).

Nutrizionista 2.0

Iniziai anche a sperimentare alcune intuizioni con i pazienti che non avevano più nulla da perdere e ottenni ottimi risultati.

Per alcuni anni continuai a lavorare fornendo i soliti consigli. 

Successivamente dato che mi ero fatto un bel po' di esperienza, decisi di rivoluzionare il mio approccio alla nutrizione, anche perché le regole "classiche" non facevano più parte di me. 

Era il 2014 quando feci questa scelta e non fu priva di conseguenze.

Come ho già detto, ero un grande appassionato di omega 3. 

Sappi che nessuna farmacia in Italia riusciva a vendere più integratori di olio di pesce di me.

Lo so perché all'epoca data la mia passione per gli omega 3, collaboravo con l'azienda Enervit (ed i loro omega 3 erano tra i più venduti in Italia).

La collaborazione andava bene e stava prendendo una bella strada, ma io da un giorno all'altro chiusi i rapporti.

Avevo studiato i grassi per oltre 10 anni (era questo il motivo della mia passione per gli omega 3), alla fine sono riuscito a chiudere il cerchio ed avevo compreso che gli omega 3 erano tutt'altro che salutari.

Dato che sono una persona che crede in quello che fa e la cosa che mi sta più a cuore, ancor prima della mia reputazione o il mio ego, è la salute dei miei clienti, scrissi un'email a tutti i miei pazienti ed ex pazienti e gli dissi che dovevano interrompere la supplementazione di omega 3, perché non la ritenevo più utile.

Inoltre a livello lavorativo persi la maggior parte dei miei clienti, perché ovviamente un cambiamento repentino e soprattutto fuori da ogni credenza spaventa le persone.

Oltretutto la maggior parte dei miei clienti stava molto bene e si era abituata alle mie vecchie indicazioni e ovviamente non voleva cambiare.

Così, da una parte il lavoro era diventato complicato, perché quando operi in territori inesplorati, è difficile vincere la diffidenza di chi non ti conosce.

Dall'altra parte però, con alcuni pazienti, stavo ottenendo risultati quasi impossibili da ottenere con la sola alimentazione. 

Se fossi stato un po' più "social" e avessi markettizzato a dovere alcuni pazienti, avrei fatto il boom, ma non rientrava nei miei canoni purtroppo.

Sono consapevole che con molte alimentazioni "alternative" si possono risolvere tanti problemi, ma il punto cruciale è che utilizzando le convinzioni in voga in ambito nutrizionale, i miei consigli erano e sono fuori dagli schemi accademici e alternativi.

Eppure i risultati che riesco ad ottenere non sono facilmente eguagliabili con altri stili alimentari.

Io so spiegare perché le persone riescono ad ottenere risultati con i vari metodi alimentari, mentre difficilmente un esperto riesce a spiegarsi come faccia io ad ottenere lo stesso risultato.

Per farti un esempio pratico, che rende più semplice la comprensione di questa mia frase, ho un paziente di 45 anni che consuma almeno 300g di zucchero al giorno ed ha una glicemia intorno a 70 (prima di venire da me era più alta, e lui non era una persona grassa e tra l'altro consumava pochissimi zuccheri).

Ho aiutato veramente tante persone con problemi di non facile risoluzione e la cosa che mi ha sempre fatto piacere, è che i miei pazienti in genere mantenevano i risultati anche oltre i 10 anni, che in ambito nutrizionale è un miraggio.

Dalla nutrizione ad una visione d'insieme.

Ora che finalmente avevo chiuso il cerchio sull'argomento nutrizione, ho iniziato a focalizzare la mia attenzione su altro.

Il mio desiderio più profondo è stato sempre quello di comprendere come è possibile mantenere un ottimo stato di salute e non finire nelle grinfie di quello che è il sistema farmaceutico, sanitario e delle medicine alternative. 

Questi sistemi, che ormai sono ben collaudati, hanno due vie di uscita: o ti allungano l'agonia, oppure ti prosciugano il portafoglio. 

Bada bene, non dico che siano inutili, credo soltanto che vadano utilizzati il meno possibile, nel miglior modo possibile e con cognizione di causa. 

Quello che è stato il mio pensiero di fondo e che mi ha sempre guidato, lo trovi all'interno del sito, quindi evito di riproporlo.

In questa pagina cerco di riportare i punti cruciali che hanno segnato il mio percorso.

L'era glaciale

Avevo una paziente (la sua testimonianza è anche nel sito), che venne da me perché voleva perdere 2 kg.

Anche se è più facile far perdere 20kg ad una persona grassa, che 2 ad una magra, ottenemmo il risultato in poco tempo. 

Lei però continuò a venire per molti anni.

Tieni presente che io sono un professionista che non cambia l'alimentazione ogni 3x2, o si inventa test o menate varie per tenersi i pazienti il più a lungo possibile.

E per dirla tutta, a lei inviai una sola dieta, la prima volta che venne da me. 

Semplicemente mi disse: "io da quando seguo i tuoi consigli, sento il mio corpo che è cambiato e sento che l'alimentazione può fare molto di più".

Per fartela breve, erano anni che cercava di avere un bambino ed aveva speso pure tanti soldi nelle varie cliniche e alla fine riuscì nel suo intento. 

Bada bene, non è dipeso da me questo miracolo, io come dico sempre l'ho aiutata a creare un terreno diverso, poi ha fatto comunque un percorso in una clinica, quindi il merito che mi assegno è quello di aver contribuito a rendere il suo corpo diverso.

Felice del risultato raggiunto, a Luglio 2020 mi inviò un messaggio.

Mi disse che voleva avere un altro bambino e a parte l'alimentazione, perché ormai avevo poco altro da insegnarle, voleva sapere quali altri consigli di stile di vita poteva adottare.

Io le feci una piccola lista e in questa lista c'era questo consiglio: 

  • Fai le docce fredde. 

All'epoca avevo 40 anni, e c'è una cosa che mi ha sempre caratterizzato fin da bambino: odiavo (e odio) l'acqua perché era fredda. 

Quindi quando andavo al mare, facevo un bagno l'ultimo giorno perché mi sembrava brutto essere stato una settimana e non essermi bagnato.

Inoltre quando entravo in acqua ero una di quelle persone che impiega oltre 30 minuti per arrivare a bagnarsi la pancia e le spalle.

A quel punto mi sono detto: "il consiglio è giusto, però il mondo è piccolo e che figura ci faccio se una volta mi incontra al mare o in piscina?". 

Da Luglio 2020 iniziai a fare le docce fredde e questo fu il primo passo verso un nuovo percorso.

Arrivarono i primi freddi e l'acqua ovviamente diventò più fredda, però continuai ancora imperterrito con le docce fredde.

Iniziai a studiare Sebastian Kneipp (quello impropriamente diventato famoso per i percorsi Kneipp nelle SPA) e poi Wim Hof.

Lessi tutti i libri su Wim Hof e feci un suo corso.

Wim Hof è quel pazzo scatenato che fa i bagni nel ghiaccio.

Da lui ho imparato una lezione importante: il laboratorio è il nostro corpo.

Seguendolo e approfondendo la materia, capii anche perché ero riuscito a fare i bagni freddi nonostante odiassi l'acqua fredda e il mio corpo non avesse alcun tipo di resistenza al freddo.

Tutto dipendeva dalla respirazione. 

Dato che la mia passione è lo studio del metabolismo, la respirazione è un tema che ho sempre approfondito, perché insieme alla nutrizione fornisce le basi per ottenere cellule sane e forti.

Mi resi conto che il trucco era nel respiro così ampliai ancora di più i miei studi sulla respirazione, e per fortuna, rispetto a 10-15 anni fa, è molto più semplice farlo ora.

P.S. concludo il discorso con una foto con la quale vorrei inviarti un messaggio: ora che conosci la mia storia, sai che se sono riuscito a farlo io, lo puoi fare anche tu.

Gli acciacchi del tempo

Per finire il racconto, nel 2014 ebbi un dolore atroce sulla schiena che si irradiava fino al petto. 

Se non avessi studiato gli infarti a medicina, avrei detto che era un infarto.

Mi sono steso sul divano ed ho cercato di rilassarmi, anche se il dolore era talmente atroce da non farmi nemmeno respirare. 

Per fortuna dopo qualche ora diventò più tollerabile e dopo qualche giorno passò.

Ogni tanto ebbi di questi problemi, ma non furono invalidanti, tranne un giorno che stavo acchiappando un pulcino in una gabbia e mi tornò il dolore sulla schiena.

Stavolta era talmente forte che non riuscivo a tenermi dritto.

Andai al pronto soccorso e mi dissero che era muscolare e che mi avrebbero fatto una flebo di tachipirina per il dolore.

Io rifiutai e me ne tornai a casa.

Per me il sapere che non era nulla di grave era abbastanza. Ho fatto delle ecografie, dei trattamenti, ma non ebbi mai un vero risultato.

L'unica cosa che mi dava giovamento era il cioccolagene, che mi limitava il dolore e non mi faceva arrivare ai livelli da non camminare.

Così nel corso degli anni, in alcuni mesi stavo bene, in altri invece avevo i doloretti alla schiena.

Io li ho sempre attribuiti alla vecchiaia e al motivo che non facessi attività fisica.

Riprendendo in mano la respirazione grazie all'esperienza con i bagni freddi e sperimentando delle respirazioni che non avevo mai fatto, mi accorgevo che avevo meno problemi alla schiena. 

Poi un periodo ho fatto delle attività che avrebbero massacrato la schiena anche a un ventenne, ma non ho riscontrato problemi.

Da li ho capito che il problema non era la schiena, ma era da imputare ad altro.

E a Maggio 2023 individuai il colpevole: era il diaframma. 

Mi sono reso conto che i problemi li avevo soprattutto quando stavo chiuso molto tempo con l'addome e il torace.

Visto che lavoro molto al computer, a volte mi piace stare comodo sul divano o a letto.

E guarda caso proprio quelli sono i periodi in cui mi viene il mal di schiena.

Ho iniziato a lavorare sul diaframma e dopo 5 mesi di test, ho capito che era lui la causa dei miei problemi.

Quindi oltre a dare molto più risalto alla respirazione, ho capito che bisogna aggiungere una routine quotidiana con pochi esercizi finalizzati a prevenire problematiche future. 

Per star bene serve fare le cose giuste, fare le cose sensate ed avere una buona routine.

Le mie conclusioni dopo 40 anni di vita e oltre 20 di studio e sperimentazioni.

A livello professionale ho sempre utilizzato due ingredienti: la scienza e il buon senso. 

Dopo averlo studiato a fondo, credo di non sbagliarmi se affermo che il 99% delle patologie siano legate al metabolismo energetico della cellula. 

La medicina (ufficiale, funzionale o alternativa) tende ad individuare il sintomo e lavorare su di esso. 

Questo tipo di approccio nella maggior parte dei casi è in grado di risolvere o mascherare il problema specifico, ma non rafforza l'organismo, così piano piano si verificano altri problemi e noi diventiamo schiavi dei farmaci o di coloro che ci propongono i rimedi miracolosi. 

Al posto di lavorare sui sintomi o sulle diagnosi, preferisco un approccio sistemico, che miri a rafforzare l'intero organismo.

Perché alla fine dei conti, il nostro corpo, se messo in condizioni ottimali, i problemi se li risolvere da solo e lo fa meglio di qualsiasi forma di sapere o intelligenza umana o artificiale. 

Se il nostro specifico obiettivo è quello di rafforzare ogni singola cellula, noi virtualmente saremo in grado di affrontare o prevenire qualsiasi malattia.

Voglio farti un semplicissimo esempio per focalizzare meglio il concetto: pensa a quando ti ammali.

Il tuo corpo è stanco e vuole dormire.

Questo sonno è rigenerante, aiuta il sistema immunitario ed è la via naturale per la guarigione.

Ogni volta che noi dormiamo poco o male, indeboliamo il nostro corpo, le nostre cellule e il nostro sistema immunitario. 

E chi soffre di Herpes o che soffre di stanchezza cronica credo che possa comprendere benissimo questo concetto.

Il sonno, la nutrizione, la respirazione, la luce, l'attività fisica e varie tipologie di attività a contato con la natura, sono gli ingredienti base che servono a rafforzare le nostre cellule e renderle piene di energia. 

Non serve trovare il farmaco magico o l'integratore miracoloso, esistono già e sono composti da questi ingredienti, dosati a dovere per ogni individuo.

Il problema di questa "cura" è che non è brevettabile, è difficilmente monetizzabile e soprattutto costa sacrificio. 

Di questi ingredienti, in questo momento stanno monetizzando soprattutto l'alimentazione e l'attività fisica, ma più il mercato diventa maturo e competitivo e più questi mezzi diventano un intrattenimento (non a caso invadono TV, social network, riviste e App) e non assolvono il loro reale compito.

Anzi, il loro compito diventa proprio quello di creare confusione nelle persone e nei professionisti.

Vedo troppa gente persa in un loop senza fine, che cerca di risolvere il problema che la affligge da anni, oppure di migliorare la propria performance, o più semplicemente ritrovare il proprio benessere senza venirne fuori. 

Sono alla ricerca eterna di una soluzione che probabilmente non arriverà mai se non si cambia il punto di vista.

Come disse Einstein: "Follia è fare sempre la stessa cosa e aspettarsi risultati diversi". 

Credimi che un corpo a cui vengono forniti i giusti stimoli, anche se è a pezzi, entro pochi mesi rifiorisce come un fiore appassito.

Il mio obiettivo è quello di guidare le persone con scienza, coscienza e buon senso, verso un percorso in grado di tirare fuori il massimo potenziale in ognuno di noi, partendo da una base e un punto di vista completamente diversi.

Perché tieni presente che noi in questo preciso istante, siamo il risultato delle nostre azioni passate e delle nostre credenze. 

Se vogliamo realmente cambiare, dobbiamo comprendere che dovremmo diventare delle persone "diverse".

E per essere persone diverse dobbiamo modificare alcune nostre credenze e soprattutto compiere azioni diverse.

Le parole appena scritte sono di facile lettura, ma credimi sono di difficile attuazione.

Per questo ogni persona ha un punto di ingresso diverso, che può essere rappresentato in alcuni casi dall'alimentazione, in altri dalla respirazione, o in altri ancora ad esempio dalla semplice esposizione alla luce in determinati momenti della giornata. 

Perché l'alimentazione o l'attività fisica non sono migliori o più importanti della respirazione, della corretta esposizione alle luci naturali e artificiali o di una passeggiata al parco.

Per questo ho deciso di lavorare sullo stile di vita della persona, perché è la chiave corretta che apre la porta per raggiungere i propri obiettivi personali.

Perché mi definisco un lifestyle coach?

In primis perché mi serve un nome (un'etichetta) per spiegare semplicemente alle persone che lavoro svolgo.

E dato che cerco di ottenere il cambiamento, modificando lo stile di vita, questo mi sembra il termine più azzeccato. 

Però c'è anche un significato più profondo.

Anche in passato, mi sono sempre definito nutrizionista, però non mi sono mai considerato un biologo nutrizionista.

Non avevo e non ho nulla in comune con questa categoria.

Si considerano i detentori del sapere, un po' come facevo io all'inizio della mia attività, e si definiscono insieme ai medici gli unici che possono fornire consigli alimentari.

Io in 15 anni di attività come nutrizionista, posso tranquillamente affermare di averne vista veramente tanta di gente rovinata da quelli che in teoria dovevano essere i miei colleghi.

Inoltre a me non piace il potere e quindi non ho mai condiviso le campagne denigratorie verso coloro che danno consigli alimentari e non sono laureati.

Basterebbe leggere bene i curriculum della maggior parte dei nutrizionisti, per rendersi conto dei percorsi di studio che hanno avuto.

Per come la vedo io una persona che ha le competenze per aiutare un'altra persona dovrebbe farlo a prescindere dal titolo di studio.

Io sono contro il fai da te, perché in ogni cosa serve cognizione di causa, però sono anche contro questa perdita di conoscenza che c'è stata un questi ultimi 50 anni.

I sanitari ci hanno resi incapaci di gestire la cosa più importante che abbiamo: la nostra salute. 

Dobbiamo chiedere a un esperto cosa dobbiamo mangiare a pranzo o a cena e dobbiamo chiedergli anche se possiamo prendere un'aspirina quando siamo un po' influenzati, perché queste sono decisioni che non sappiamo prendere in autonomia.

Però gli esperti ci prescrivono tranquillamente farmaci che ci possono rovinare la vita senza assumersene alcuna responsabilità (perché loro eseguono i protocolli).

Il problema è che gli errori medici sono la terza causa di morte, quindi io non vedo di buon occhio affidarmi ciecamente ai professionisti della salute. 

Come puoi ben capire non sono mai appartenuto al settore nutrizionale e nemmeno a quello sanitario.

Alla fine, tirando le somme, nei consigli che fornisco, anche se risolvo problemi anche seri, non effettuo alcuna diagnosi, non prescrivo cure o nemmeno diete specifiche.

E soprattutto i mezzi che uso sono alla portata di tutti, gratuiti e come ho già detto sono gli strumenti più potenti che esistano.

Quindi mi sono scrollato di dosso l'etichetta di sanitario, perché non mi appartiene e sono diventato una semplice persona che vuole aiutare gli altri a prescindere dai titoli che possiede.

La decisione non è stata semplice.

Il lavoro che tanto mi appassionava all'inizio, purtroppo non mi dava più le stesse soddisfazioni.

Avevo avuto a che fare con pazienti di ogni tipologia, quindi per quanto riguarda la nutrizione non avevo molti stimoli per effettuare nuove ricerche.

Anche perché dopo aver studiato con passione per più di 20 anni e 15 di professione, si arriva ad avere un'esperienza difficilmente eguagliabile.

Ormai nel mio lavoro davo il 5% perché i miei clienti non mi richiedevano di più.

Ovviamente ero un nutrizionista e i clienti venivano da me per dimagrire o stare meglio, in pochi erano interessati ad ottimizzare la qualità della vita.

Anche se non ero soddisfatto, ho sempre continuato a fare il mio lavoro con il cuore.

Pensa che una delle ultimissime clienti prima che mi sospendessero (tra poco te ne parlerò), era anoressica e alla fine della prima visita mi volle abbracciare e lo fece ad ogni altro incontro.

Ero l'unica persona che aveva mostrato un reale interesse verso di lei come persona.

È dal 2016 che avevo voglia di ripartire da zero, ma non ne ho mai trovato il coraggio.

Dato che ho sempre lavorato con casi difficili e sono diventato abbastanza bravo nel risolvere i problemi, il mio obiettivo era quello di lavorare con persone che volessero ottimizzare al massimo la qualità della propria vita.

Per fare ciò però volevo togliermi di dosso ogni etichetta e presentarmi semplicemente per quello che sono.

La pandemia mi ha dato una mano.

Senza dilungarmi su ciò che penso sui sanitari, ti lascio un video dell'amico Silver Nervuti, dove in 14 minuti spiega molto bene il concetto.

Poi nella primavera 2022 arrivò la sospensione da parte dell'Ordine dei Biologi e quello per me fu il segnale.

Aspettai la revoca della sospensione e poi mi cancellai io dall'Ordine.

Inoltre avevo deciso che non volevo più stare in Italia.

Troppa gente che adesso prega per la pace, solo pochi mesi prima pregava per la morte di amici, parenti o colleghi di lavoro.

È una cultura che non mi ha mai rappresentato ed era giusto prendere una decisione definitiva.

Emigrai in Svizzera con tutta la famiglia.

Evito di dilungarmi, però posso dire che mi sono trovato in un paese molto diverso da come si immagina e con i suoi problemi e i suoi pregi.

Tirando le somme, lo vedo un posto migliore per far crescere i bambini, quindi se posso cerco di restare qua.

È stato un anno e mezzo abbastanza infernale (l'ufficio immigrazione ha un razzismo molto sofisticato), dove mi è letteralmente crollato il mondo addosso, ho frequentato ambienti altamente demotivanti, ho trovato tanti, forse troppi muri, però sono e sono stato sempre sereno e positivo e piano piano cerco di riprendere in mano la mia vita e il mio lavoro.

C'è una frase che mi gira spesso in testa: "il maestro arriva quando l'allievo è pronto".

Nel mio lavoro lo stress è l'elemento cardine, perché per ottimizzare il metabolismo, la cellula deve avere un carico di stress che riesce perfettamente a gestire.

Lo stress fisico si gestisce con tutti gli elementi di cui ti ho parlato e che parlo nel sito.

Lo stress psicologico ad alti livelli invece, non si gestisce con l'alimentazione o un po' di attività fisica e se uno tenta di sfidarlo, può anche rappresentare la sua tomba.

Io questa esperienza non l'ho vissuta in maniera negativa, anzi l'ho vista come la lezione di un maestro che mette alla prova il proprio allievo.

Ora so per certo, che ogni tecnica che utilizzo funziona meglio di qualsiasi farmaco e può letteralmente migliorare la vita di ogni persona a qualsiasi livello.

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